Il Pantheon, tappa obbligata per chi visita Roma, è uno di quei luoghi che riescono a lasciare un segno profondo anche in chi lo visita per pochi minuti. Ti basta entrare, sollevare gli occhi verso la cupola e vedere la luce che filtra dall’oculus per capire che non esiste niente di simile al mondo. La sua storia, però, non è soltanto quella di un capolavoro architettonico: è un intreccio complesso di religioni, potere politico, trasformazioni urbane e interpretazioni culturali che si sono stratificate per quasi duemila anni.
Questo articolo ripercorre l’intera storia del Pantheon, da tempio pagano dedicato a tutte le divinità fino alla consacrazione cristiana.
Le origini del Pantheon e il significato del suo nome
La storia del Pantheon comincia sotto Augusto, in un periodo in cui Roma stava ridefinendo la propria identità dopo decenni di guerre civili. A costruire il primo edificio fu Marco Agrippa, genero e braccio destro dell'imperatore. Lo ricorda ancora oggi l’iscrizione sulla facciata: M·AGRIPPA·L·F·COS·TERTIVM·FECIT (“Marco Agrippa, figlio di Lucio, console per la terza volta, lo costruì”).
Il nome “Pantheon” deriva dal greco pan (tutto) e theon (divinità). Questo non significa necessariamente che il tempio fosse dedicato a tutte le divinità indistintamente. Alcuni storici ritengono invece che fosse un edificio simbolico, dedicato alla celebrazione della famiglia imperiale e delle sue divinità protettrici. Altri ipotizzano che il nome si riferisse alla forma circolare, che richiamava la volta celeste, considerata la “dimora” degli dei.
Qualunque fosse l'intenzione originale, il Pantheon di Agrippa non è quello che conosciamo oggi: venne distrutto da un incendio nell'80 d.C., ricostruito, e poi nuovamente danneggiato.
Il Pantheon di Adriano: una rivoluzione architettonica
L’attuale Pantheon è frutto della ricostruzione voluta dall’imperatore Adriano tra il 118 e il 125 d.C. E qui inizia la parte più affascinante dell’intera storia. Adriano decise di non apporre il proprio nome sull’edificio, lasciando la dedica originale ad Agrippa, ma trasformò completamente il progetto architettonico.
La struttura innovativa del Pantheon non somiglia a nessun altro tempio romano:
- Una rotonda perfettamente cilindrica.
- Una cupola emisferica la cui altezza è identica al diametro: 43,3 metri.
- Un oculus centrale di 9 metri che illumina l’interno con luce naturale.
Questa geometria perfetta non è casuale: rappresenta l’armonia del cosmo. Per i Romani, la sfera era la forma più perfetta e il cerchio una figura sacra, spesso legata alla divinità.
Come è fatta la cupola del Pantheon?
La cupola è composta da calcestruzzo alleggerito verso l'alto: nella parte inferiore troviamo materiali più pesanti come il travertino, mentre salendo compaiono tufo e pomice, molto più leggeri. I cassettoni interni non hanno solo funzione decorativa, ma riducono ulteriormente il peso complessivo. L’oculus, oltre a illuminare, serve anche ad alleggerire la parte centrale, che è quella più critica in un edificio di tali dimensioni.
Ancora oggi, a quasi duemila anni di distanza, questa cupola è la più grande cupola monolitica in calcestruzzo non armato del mondo. Il fatto che sia ancora perfettamente stabile dimostra un livello tecnico talmente avanzato da essere considerato rivoluzionario persino per gli ingegneri moderni.
A cosa serviva il Pantheon nell’antica Roma?
Quando si parla della funzione originaria del Pantheon, le fonti non sono sempre chiare. Non era un tempio nel senso tradizionale, perché non aveva altari esterni né una pianta che richiamava i modelli canonici. Secondo molti studiosi, il Pantheon era un luogo dedicato a cerimonie e culti imperiali, forse un punto di rappresentanza per affermare simbolicamente il legame tra l’imperatore e gli dei.
Un’altra ipotesi è che venisse utilizzato come spazio politico e cerimoniale, più che religioso. Tuttavia, ciò che è certo è che il Pantheon era considerato un edificio speciale, sia per la sua architettura sia per il significato cosmico evocato dalla forma circolare e dalla luce che entrava dall’alto.
La sua monumentalità non aveva precedenti nella storia dell’architettura romana. Per questo, nel tempo, è diventato un modello imitato infinite volte: da Brunelleschi per la cupola del Duomo di Firenze fino a Michelangelo per quella di San Pietro.
Il passaggio dal paganesimo al cristianesimo: la nascita della basilica di Santa Maria ad Martyres
Nel 609 d.C., l’imperatore bizantino Foca donò il Pantheon a papa Bonifacio IV, che lo consacrò come basilica cristiana con il nome di Santa Maria ad Martyres. La consacrazione fu un atto politico e religioso di grande importanza: trasformare il tempio più simbolico del mondo romano pagano in una chiesa rappresentava un gesto di continuità e superamento allo stesso tempo.
Con l’arrivo del cristianesimo, il Pantheon ha avuto una fortuna diversa da quella di molti altri edifici dell’antica Roma, spesso abbandonati o demoliti per ricavarne materiali. Essendo diventato una basilica, è stato preservato quasi integralmente. Anche se alcune parti esterne sono andate perdute nel corso dei secoli—asportate per ricavarne bronzo o materiali da costruzione—la struttura principale è rimasta straordinariamente intatta.
Il bronzo del portico, ad esempio, venne rimosso nel Seicento per volontà di Urbano VIII Barberini. Da qui nasce il celebre detto romano: “Quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini” (“Ciò che non fecero i barbari, lo fecero i Barberini”).
Cosa rappresenta oggi il Pantheon?
Oggi il Pantheon è contemporaneamente:
- un luogo di culto, dove si tengono regolarmente celebrazioni religiose;
- un simbolo dell’antica Roma;
- un monumento nazionale che ospita le tombe di artisti e sovrani italiani.
Tra i personaggi più celebri sepolti qui ci sono Raffaello Sanzio e due sovrani della dinastia sabauda, Vittorio Emanuele II e Umberto I, insieme alla regina Margherita.
Pantheon e architettura
La grandezza del Pantheon non emerge solo dalla sua storia o dal suo simbolismo, ma dalla sua incredibile perfezione ingegneristica. Ogni dettaglio è pensato per integrare funzione, forma e significato:
- Il cilindro interno è proporzionato secondo rapporti matematici perfetti.
- I materiali sono distribuiti in modo da equilibrare peso e stabilità.
- La cupola sembra sospesa, grazie alla luce dell’oculus che annulla l’effetto della massa.
- La geometria complessiva crea la percezione di uno spazio “divino”, quasi immateriale.
È questo equilibrio tra scienza e simbolismo a renderlo ancora oggi un riferimento per architetti, storici dell’arte e ingegneri di tutto il mondo.
Il Pantheon nel Medioevo e nel Rinascimento
Nel Medioevo, il Pantheon divenne un punto di riferimento per la comunità romana. Essendo una basilica, veniva utilizzato regolarmente e mantenuto in ordine. Le sue dimensioni e la sua forma, però, continuarono a stupire anche gli intellettuali dell’epoca, che spesso lo consideravano un’opera impossibile da replicare.
Nel Rinascimento, l’ammirazione raggiunse livelli altissimi. Artisti come Brunelleschi, Michelangelo e Leon Battista Alberti lo studiarono a fondo. Michelangelo arrivò a dire che il Pantheon era “di disegno angelico e non umano”.
L’influenza del Pantheon è visibile in molti edifici monumentali successivi: dal Duomo di Firenze al Campidoglio di Washington, fino a chiese e palazzi costruiti in tutto il mondo occidentale.
Qual è il modo migliore per raggiungere il Pantheon
Raggiungere il Pantheon è semplice, perché si trova nel cuore del centro storico di Roma, ma orientarsi tra vie pedonali, traffico limitato e distanze a piedi può diventare impegnativo se hai poco tempo o vuoi visitare più monumenti nella stessa giornata. Il modo più comodo per arrivarci senza stress è affidarti a un servizio che ti permette di muoverti liberamente tra le principali attrazioni, evitando taxi costosi o lunghe camminate.
Per questo molti viaggiatori scelgono i bus hop on hop off: puoi scendere alla fermata più vicina, visitare il Pantheon con calma e poi risalire quando vuoi per proseguire il tuo itinerario.
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